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Scheda 1. Conflitti, aggressività, “bullismo”, scarsa disciplina
Il problema
In questo scenario si raggruppano i problemi probabilmente più comuni che gli insegnanti affrontano nelle classi: quelli legati all’irrequietezza degli alunni, alla difficoltà di mantenere una certa disciplina nella classe. Alcuni indicatori possono essere i seguenti:
- alunni con comportamenti aggressivi e/o poco educati alla socialità, come bambini che si picchiano tra loro o ragazzi che non rispettano le regole del vivere comune;
- difficile gestione delle ore di lezione, a causa dell'estrema incontenibilità di alcuni degli alunni che compongono il gruppo (non stanno seduti, non ascoltano, entrano ed escono ecc.);
- presenza di relazioni conflittuali nel gruppo classe, con sottogruppi chiusi e ostili gli uni agli altri;
- alunni isolati, emarginati, spesso portatori di sintomi di malessere anche fisico, che talvolta sconfina in vere e proprie fobie scolastiche;
- alunni prepotenti e soverchianti;
- alunni e/o gruppetti di alunni che in cortile, in corridoio, in mensa, in palestra, ecc. prevaricano fisicamente o psicologicamente i compagni, intimidendoli, sbeffeggiandoli o vessandoli fino a causarne l'esclusione dalla comune vita scolastica;
- alunni e/o gruppetti di alunni che rubano oggetti/merende ai compagni, oppure se li fanno consegnare attraverso intimidazioni;
- conflitti tra docenti e studenti, con i ragazzi che irridono o rispondono anche violentemente alle richieste dell'insegnante, lo sfidano, danneggiano luoghi e oggetti del contesto scolastico.
Quelle richiamate sono situazioni doppiamente problematiche: non solo perché possono evidenziare o provocare situazioni di malessere e disagio tra gli alunni, ma anche perché possono indurre negli insegnanti sentimenti di affaticamento e preoccupazione che spesso sfociano in ansia, in un sentire frustrante di impotenza, nel timore, se non proprio nella paura, di non farcela a reggere la gestione della classe.
Le difficoltà che si manifestano a scuola, una volta a conoscenza delle famiglie, possono produrre un calo di fiducia verso l'insegnante e una conseguente percezione di disconoscimento da parte di quest'ultimo. Il malessere di alunni e insegnanti tende così ad alimentarsi reciprocamente.
Che cosa fare
Per rispondere alle richieste di aiuto della classe, uscire dal sentimento di impotenza e costruire delle ipotesi di intervento sui singoli o sul gruppo degli alunni, si possono suggerire alcune modalità di azione, a cui possono essere associati anche i servizi sociali e sociosanitari del territorio. Poiché le problematiche di questa Scheda sono probabilmente le più comuni, i suggerimenti metodologici che qui vengono avanzati sono in gran parte validi, mutatis mutandis, anche nelle situazioni descritte nelle prossime Schede.
Metodologicamente, quindi, può essere utile:
- Costruire tra colleghi della classe e/o della scuola un momento di sosta per compiere un'analisi condivisa del problema che si presenta: narrarselo gli uni con gli altri, cercare le parole per meglio definirlo e non dare per scontato di conoscerlo già in toto, avviando anche una ricerca di osservazioni e dati più precisa, magari utilizzando quanto osservato in momenti quali: l'entrata e uscita da scuola, le gite, le feste, la ricreazione, la mensa, i giochi. Sarebbe importante che questo momento di scambio fosse facilitato da una persona terza, quale il dirigente o un insegnante non direttamente coinvolto nei problemi della classe, o utilizzando uno strumento appositamente predisposto, come una scheda di osservazione.
- Per arrivare a co-costruire una conoscenza del problema che possa non solo definirne le caratteristiche, ma anche mettere in luce criticità e punti di forza, spesso è necessario un percorso conoscitivo più articolato che si avvalga di maggiori e diverse competenze. In particolare, se i comportamenti che bambini e ragazzi manifestano si configurano come inusuali per la quotidianità scolastica, è utile coinvolgere non solo i colleghi, ma anche i servizi del territorio. Sarebbe opportuno formare un gruppo di lavoro con il compito di elaborare delle ipotesi sul problema e, a partire da queste, individuare una o più piste di intervento. È importante prevedere tempi precisi entro i quali individuare il problema. Sarebbe bene che tale gruppo non si creasse occasionalmente, per trattare singole questioni, ma fosse previsto come un’istanza stabile, attivabile con facilità in relazione a specifiche esigenze.
- Una volta raggiunta un'ipotesi condivisa sulla natura del problema, si passerà a progettare un piano di intervento comune tra scuola e servizi, che tenga conto delle risorse della scuola, dei servizi, della famiglia e dell'alunno e/o degli alunni.
- Ciascuno dei soggetti in gioco (scuola, servizi, in alcuni casi anche famiglia e talvolta anche lo stesso ragazzo e/o gruppo classe) si assume il compito di realizzare le parti dell'intervento progettato che rientrano nelle proprie competenze. Per es., spetta alla scuola individuare spazi e tempi di incontro con la famiglia, magari immaginando insieme ai servizi le modalità di tale incontro; spetta alla scuola attivare strategie di lavoro con il gruppo classe, avviando per es. un percorso didattico ad hoc con i ragazzi della classe per elaborare il problema. Spetta invece al servizio offrire supporti e consulenze alla scuola, mettere a disposizione percorsi di consultazione e/o sostegno psicosociale per la famiglia e/o per il ragazzo, laddove si ritenga che sia utile attivarli.
- Il gruppo dei soggetti che si incaricano di realizzare le diverse parti dell'intervento deve dotarsi di strumenti e metodi adeguati a garantire la tenuta nel tempo del progetto stesso. Per es., in esso si dovranno definire i tempi di lavoro, individuare chi convoca il gruppo e tiene il filo del percorso, stabilire chi verbalizza o tiene comunque la documentazione di quanto deciso nelle varie riunioni, ecc.
Scuola e servizi: come collaborare
È opportuno che ciascun servizio sociale e/o sociosanitario che ha la competenza territoriale per la prevenzione del disagio e/o la tutela e protezione dei minori, presenti periodicamente alle scuole del territorio le proprie offerte e illustri con chiarezza le modalità di accesso per questa tipologia di problemi.
Il servizio sociale e/o sociosanitario potrebbe inoltre predisporre una scheda di accesso, costruita eventualmente secondo i suggerimenti avanzati nell’Introduzione alle Schede, con la quale il referente scolastico, con la firma del Dirigente, attraverso una breve descrizione della situazione problematica e l'indicazione degli insegnanti di riferimento, chiede l'avvio di un percorso condiviso con il servizio, per la messa a fuoco del problema e la co-costruzione di un progetto di intervento.
- Ciascuna scuola potrebbe utilmente indicare uno o più insegnanti (funzione strumentale, referente alla salute, ecc.) per la raccolta di questi problemi e l'attivazione di un rapporto con i servizi. A questo scopo tali insegnanti devono essere stati esplicitamente autorizzati e delegati dal dirigente scolastico; in mancanza è il dirigente scolastico stesso che si fa carico di questa attività.
- È opportuno che l'attivazione di eventuali gruppi di lavoro tra insegnanti e operatori dei servizi, nelle forme indicate sopra, venga prevista dalla scuola nel POF e quindi all'inizio di ogni anno scolastico, precisando spazi, tempi e risorse a disposizione degli insegnanti per parteciparvi.
- È opportuno che gli operatori della scuola e dei servizi coinvolti nel gruppo di lavoro, una volta avviata la realizzazione del progetto di intervento, definiscano precisamente modalità e tempi per il monitoraggio in itinere degli interventi. Trattandosi di progetti, e cioè di interventi che devono avere un inizio e una fine, il gruppo dovrà prevedere anche tempi e modi della verifica degli esiti e dell'eventuale riprogettazione.
- In tutta questa attività può risultare cruciale la qualità della documentazione che il gruppo produce ed elabora, tenuto conto del turn-over che interessa sia le figure professionali della scuola, sia quelle dei servizi.