In senso “tecnico”, la dispersione scolastica riguarda gli alunni che:
(a) si ritirano ufficialmente entro il 15 marzo;
(b) non vengono valutati alla fine dell'anno scolastico per assenze dovute a motivi familiari;
(c) non vengono valutati per interruzione scolastica in corso d'anno per motivi sconosciuti alla scuola;
(d) non vengono valutati perché mai frequentanti, sebbene iscritti.
Nel Veneto, queste circostanze coinvolgono numeri ridottissimi di persone. La categoria più diffusa, quella degli alunni formalmente iscritti ma che mai si presentano a scuola, riguarda 4 alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado su diecimila.
In senso più ampio, tuttavia, la dispersione scolastica comprende tutti quei fenomeni che comportano: rallentamento del percorso formale di studio; inadempienze dell'obbligo scolastico; uscite in corso o a fine d'anno prima del raggiungimento del titolo di studio interno ai vari cicli. Il concetto di dispersione scolastica comprende anche l'essere incorsi in ripetenze e bocciature, l'avere effettuato assenze ripetute, frequentare irregolarmente, accedere in ritardo nel ciclo scolastico rispetto all'età normale, avere un basso rendimento e uscire dal percorso scolastico senza che alla frequenza corrisponda una qualità accettabile di istruzione ricevuta (cfr. A.M. Ajello, A.M. Cetorelli, P. Chiorrini, S. Ferraro, V. Ghione, Dispersione e dintorni. Glossario, MIUR-Università di Roma, 2003).