Garante regionale dei diritti della persona
del Veneto
Attivitą di promozione, protezione e pubblica tutela dei minori di etą
Uso delle mascherine a scuola. La Garante del Veneto risponde ai genitori

Il Garante dei diritti della persona del Veneto da alcuni giorni è destinatario di numerose istanze provenienti da genitori di bambini e ragazzi che frequentano le classi del primo ciclo di istruzione presso istituti scolastici del territorio.

In tali istanze viene riferita una situazione di disagio e/o malessere dei figli per l’uso prolungato delle mascherine a scuola; uso che, in base alle disposizioni di cui al DPCM 3/11/2020 e dei successivi chiarimenti applicativi diramati dal Ministero dell’Istruzione attraverso la Nota 9/11/2020, è divenuto obbligatorio anche durante la didattica con presenza statica e distanziata in aula.
In molte istanze i genitori, oltre a riferire il disagio dei figli, esprimono forti perplessità sull’adozione di queste misure, ritenendole nocive per la salute psico-fisica dei figli e non giustificate rispetto all’andamento epidemiologico del covid-19 in ambito scolastico.

Considerato che le istanze pervenute all’Ufficio del Garante, pur provenendo da segnalanti diversi, pongono tutte la medesima questione; considerato altresì che l’elevato numero di quelle giunte fino ad oggi, non consente all’Ufficio di dare risposta individuale, pena la paralisi della struttura, il Garante dei diritti della persona del Veneto riscontra in modo collettivo le istanze ricevute relative alla questione indicata in oggetto, rendendo disponibile nel proprio sito web istituzionale la presente Nota di risposta.

Come è noto il DPCM datato 03/11/2020, all’art. 1 c. 9 lett. s) prevede che: “l'attività didattica ed educativa per la scuola dell'infanzia, il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l'infanzia continua a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina”.
L’ampiezza della disposizione del DPCM ha portato il Ministero dell’Istruzione a chiedere al Comitato Tecnico Scientifico chiarimenti interpretativi sulla stessa. Con Nota diramata in data 9.11.2020, il Ministero dell’Istruzione ha reso nota la portata applicativa della disposizione, così come specificata dal CTS, vale a dire “A partire dalla scuola primaria, dunque, la mascherina dovrà essere indossata sempre, da chiunque sia presente a scuola, durante la permanenza nei locali scolastici e nelle pertinenze, anche quando gli alunni sono seduti al banco e indipendentemente dalle condizioni di distanza (1 metro tra le rime buccali) previste dai precedenti protocolli, salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina”, le cui specifiche situazioni sono dettagliate nella sezione 2.9 del DPCM”.
Sempre nella medesima Nota viene spiegato che “Si tratta di una disposizione che il DPCM ha adottato sulla scorta delle indicazioni delle massime autorità sanitarie preposte alle strategie per il contenimento della situazione epidemiologica, “su proposta del Ministero della salute”, volta a contemperare diritto alla salute e diritto all’istruzione, alla luce dei nuovi dati epidemiologici”.
Modifiche a tale previsione sono introdotte per gli alunni con forme di disabilità non compatibili con l'uso continuativo della mascherina, purché opportunamente documentate.
L’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, inoltre, ha reso disponibili nel proprio sito web istituzionale dei chiarimenti alle disposizioni del DPCM 03/11/2020 per la parte di interesse delle istituzioni scolastiche. Tali chiarimenti, proposti sotto forma di faq e con aggiornamento al 16/11/2020, confermano la portata delle disposizioni sopra ricordate.
Questa ad oggi, la cornice di riferimento per la regolamentazione della presenza in aula per gli alunni con riferimento alla fase di emergenza sanitaria in corso.

Lo scrivente Garante, tuttavia, nell’esercizio delle proprie funzioni di promozione e protezione dei diritti dei minori di età, ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni, sperando possano offrire un aiuto alla riflessione.
La pandemia rappresentata dal covid-19 rende tangibile un’affermazione di principio: quella dell’interconnessione dei diritti dei bambini e degli adolescenti così come riconosciuti dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989, nel tempo meglio sostanziati nei contenuti e garantiti attraverso diverse leggi adottate nel nostro Paese in attuazione alla Convenzione.
Andare a scuola significa, in primis, esercitare il diritto/dovere all’istruzione, all’educazione, il diritto a ricevere competenze, all’apprendimento anche attraverso la relazione tra pari, all’inclusione. Ma tutto ciò va goduto in sicurezza, nel rispetto dell’altrettanto riconosciuto diritto alla salute; salute propria, certamente, ma anche salute altrui; e non solo dell’uguale diritto alla salute esistente in capo ad ogni altro singolo alunno, ma anche salute della comunità di persone - complessivamente intesa - che vive gli ambienti scolastici (alunni, insegnati, personale scolastico in generale); salubrità di contesto che continua oltre gli spazi della scuola, implicando le altre e diverse relazioni vissute fuori dalla scuola.
Il Comitato nazionale per la bioetica ha pubblicato un parere specificamente dedicato ai bambini in età scolare in questa emergenza sanitaria rappresentata dal covid-19 (Parere “Covid-19 e bambini: dalla nascita all’età scolare”).
Sono numerose le considerazioni espresse in questo documento che meritano attenzione, capaci di illuminare anche la questione che è stata posta al Garante veneto. 
Nella presentazione del parere, si evidenzia: “Il Comitato nazionale per la bioetica, nel contesto dell’intreccio indissolubile in questo ambito delle problematiche politiche, economiche, sociali, cliniche e sanitarie, richiama l’esigenza di un inquadramento dei problemi nella prospettiva bioetica della precauzione, prudenza e responsabilità nell’impegno di tutelare soprattutto chi è in situazioni di specifica e temporanea vulnerabilità. Il Comitato riconosce l’interesse del minore quale criterio etico giuridico fondamentale per la valutazione del rapporto benefici-rischi delle misure di contenimento della pandemia e individua la centralità della scuola nell’ambito della crescita personale e sociale dei bambini”.

Il Garante dei diritti della persona del Veneto non è soggetto istituzionale che può sostituirsi agli esperti tecnico-scientifici nella valutazione sanitaria di questa epidemia e dei rischi correlati.
Ogni istanza di valutazione in tal senso, che più o meno direttamente alcuni segnalanti hanno posto al Garante, non può conseguentemente essere accolta.
In quanto istituzione di garanzia, il Garante è colui che promuove e tutela i diritti dei bambini e degli adolescenti all’interno del quadro d’insieme in cui operano i decisori politici; sono costoro che, in ultima analisi, rispondono ai cittadini che, a loro volta, sono chiamati ad essere co-costruttori della dimensione comune e compartecipata della vita.
Il Garante, pertanto, rimette la questione posta alla sua attenzione nell’alveo in questo momento più opportuno: quello delle valutazioni sanitarie e delle decisioni politiche, invitando i soggetti decisori a tenere presenti le osservazioni che giungono dal territorio e raccomandando loro di valutare le situazioni anche alla luce delle considerazioni espresse dal Comitato nazionale per la bioetica nel parere citato.
Allo stesso tempo, il Garante raccomanda ai genitori che si sono rivolti al suo Ufficio, di sostenere i bambini e i ragazzi nella comprensione della situazione e nell’adesione alle prescrizioni di comportamento al momento in vigore, fatte salve le situazioni in cui sono possibili comportamenti in deroga, qualora opportunamente documentate.
Confida, inoltre, che ogni confronto sulle questioni che i genitori intendono evidenziare, avvenga sempre in modo costruttivo e in una logica di corresponsabilità, tenuto presente il delicato momento che stiamo vivendo e che obbliga a cercare delicatissimi equilibri tra diritti tutti di primaria importanza.




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