Garante regionale dei diritti della persona
del Veneto
Attività di promozione, protezione e pubblica tutela dei minori di età
Un Garante nazionale per i diritti dell’infanzia. Comunicato stampa dell'Università di Padova

Comunicato stampa del 20 ottobre 2006 (Testo integrale)

Evento di riferimento: Convegno "Una proposta per il Garante nazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Verso un sistema di garanzia dei bambini e degli adolescenti in Italia"

Autore: Ufficio stampa Università di Padova

Titolo: Un Garante nazionale per i diritti dell’infanzia. Una proposta del Pubblico Tutore dei Minori del Veneto e dell’Università di Padova

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"È urgente l’istituzione di un Garante nazionale per i diritti dell’infanzia, che dia attuazione agli accordi presi anche dal nostro Paese, attraverso la ratifica nel 2003 della Convenzione del Consiglio d’Europa sull’esercizio dei diritti del fanciullo. Un impegno pressante, che deriva anche dalla consapevolezza che, come ha recentemente testimoniato l’ONU, la violazione dei diritti dei minori non risparmia nessun Paese, società o gruppo sociale, spesso rimane nascosta e socialmente accettata e per molti bambini è una realtà.

In Italia i minorenni sono oggi poco meno di 10 milioni (9.979.005); gli stranieri residenti sono circa il 5,9% (585.496).

La condizione dei minori sia dal punto di vista della tutela, ma anche della promozione dei loro diritti e del loro benessere è fortemente differenziata all’interno del Paese. Molto è stato fatto in questo ultimo decennio in termini di servizi sociali e di servizi educativi anche se, su alcuni fronti, l’esperienza italiana è in ritardo rispetto ad altri paesi europei.

E tuttavia rimangono aperti vari problemi che riguardano i maltrattamenti e le violenze sui minori e in particolare quelle a sfondo sessuale; nonostante il numero delle denunce sia, negli ultimi anni, decisamente calato; e riguardano la presenza dei minori stranieri, soprattutto quelli non accompagnati, che oggi in Italia sono circa 6.000.È insomma aperta una grande sfida: dipenderà molto dai processi di sostegno alla loro crescita e all’effettivo rispetto dei loro diritti se nel prossimo futuro la nostra società si caratterizzerà più per il benessere che per il malessere sociale. L’esperienza del Veneto, che vede operare con efficacia fin dal 2001 il Pubblico Tutore dei minori, si pone dunque come capofila in questa battaglia di civiltà per il riconoscimento e la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. 

È quanto emerso in occasione del convegno, svoltosi ieri e oggi (19 - 20 0ttobre 2006) all’Università di Padova, dal titolo “Una proposta per il Garante nazionale dei diritti dell’infanzia”, promosso dall’Ufficio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto con i Pubblici Tutori / Garanti dei minori del Friuli-Venezia Giulia e delle Marche e dal Centro per i diritti umani dell’Ateneo patavino.

“Dovrà trattarsi di una struttura accessibile ai minori, in grado di accogliere e trattare, con la dovuta sensibilità, le denunce di violazione dei diritti dei bambini e dotata degli strumenti adeguati per potersi rivolgere agli stessi in modo efficace” – ha spiegato il prof. Lucio Strumendo, Pubblico tutore dei minori del Veneto – ricordando poi come “nonostante siano state presentate nel corso degli anni numerose proposte di legge in tal senso, manca nel nostro Paese una figura di Garante nazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Non mancano però esempi di una simile figura, in altre esperienze europee e per l’Italia in ambito regionale, come testimonia l’istituzione che dirigo nel Veneto”.

L’incontro all’Università di Padova, al quale hanno partecipato fra gli altri anche il prof. Antonio Papisca, direttore del Centro per i diritti umani dell’Ateneo patavino e i sottosegretari del Ministero della solidarietà sociale, Franca Donaggio, e del Ministero delle politiche per la famiglia, Maria Chiara Acciarini, è dunque servito per riprendere il filo della discussione e rilanciare l’iniziativa per sviluppare un sistema nazionale di garanzia dei diritti dei minori d’età, partendo dalle elaborazioni già prodotte e tenendo debito conto dell’esperienza maturata in ambito regionale ed a livello europeo.

Il prof. Antonio Papisca ha affermato tra l’altro che “l’Italia non ha ancora creato le Istituzioni nazionali per i diritti umani secondo quanto raccomandato dall’ONU, dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea. Ci si aspetta che venendo dopo altri paesi europei, l’Italia allestisca un sistema particolarmente avanzato che comprenda non soltanto il Difensore civico nazionale e la Commissione nazionale per i diritti umani, ma anche il Garante per i diritti dell’infanzia”.

Il sistema di garanzia dei diritti umani dei minori di età deve necessariamente avere, dunque, un punto di coordinamento nella figura di un Garante nazionale, anche se sul piano operativo non può che svilupparsi su scala regionale, poiché è a questo livello che si collocano prevalentemente le politiche di welfare.

I Garanti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza infatti, oltre che organi di promozione, vigilanza o di mediazione dei conflitti, sono parte integrante di un sistema avanzato di stato sociale, titolari di una funzione di stimolo e di facilitazione che esercitano, secondo il principio di sussidiarietà, a beneficio di tutti coloro che operano in relazione ai minori d’età: le istituzioni pubbliche ai diversi livelli territoriali, i servizi pubblici e privati, i professionisti, le famiglie e l’associazionismo; nonché gli stessi bambini e adolescenti.

 Il Garante nazionale, che coordina un tavolo nazionale di collegamento e di confronto con tutti i Garanti regionali, è chiamato a promuovere la diffusione di una cultura che rispetti e valorizzi i diritti di bambini e bambine, ragazzi e ragazze.

Deve inoltre favorire il coinvolgimento e la partecipazione di bambini e adolescenti ai processi decisionali che li riguardano, compresa, per quanto possibile e opportuno, la progettualità e l’attività dei Garanti nazionale e regionali; promuovere la formazione del “rappresentante” del minore, così come tracciata dalla Convenzione di Strasburgo del 1996 (tutori legali, protutori, curatori, amministratori di sostegno, etc.) e sovrintendere all’attività di tali rappresentanti; attuare la mediazione nei conflitti che implichino la violazione dei diritti dei minori, svolgendo attività di ascolto, conciliazione, persuasione nei confronti dei soggetti privati ed istituzionali, tenuti ad assicurare l’effettività dei diritti del minore, per evitare procedimenti che coinvolgano minori davanti all’autorità giudiziaria; svolgere attività di monitoraggio e di vigilanza sull’assistenza prestata ai minori accolti in strutture residenziali e comunque in ambienti esterni alla propria famiglia - anche in coordinamento con altre istituzioni che si occupano di controllo-ispezione (Regione, Osservatorio, Procura minorile) - nella prospettiva del rispetto e della valorizzazione dei diritti e del miglior interesse del bambino; promuovere e, se del caso, realizzare attività di facilitazione a favore di servizi sociali, sanitari, educativi, di pubblica sicurezza e di altri soggetti che si occupano di minori d’età."

 


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