Garante regionale dei diritti della persona
del Veneto
Attività di promozione, protezione e pubblica tutela dei minori di età
Il diritto all’istruzione per i minori appartenenti a gruppi vulnerabili: minori adottati, minori stranieri, minori con disabilità. I MINORI STRANIERI

(PARTE 2 - continua)


Echi dal seminario su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, svoltosi presso il Centro diritti umani dell'Università di Padova l’8 ottobre scorso, promosso dal Centro stesso in collaborazione con Save the children Italia e partecipato dal Pubblico Tutore dei minori del Veneto

 

Il seminario di presentazione del 4° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, promosso dal Centro diritti umani dell’Università di Padova in collaborazione con Save the children Italia (cfr. notizia dedicata), come da programma, ha toccato il tema del diritto all’istruzione dei bambini e degli adolescenti appartenenti a gruppi vulnerabili, quali i minori stranieri, i minori adottati e i minori disabili.

I risultati di questo monitoraggio, pubblicati nel Rapporto sopra ricordato e riferiti dai diversi relatori intervenuti, hanno consegnato al pubblico presente una serie di informazioni sul livello di accesso a questo diritto, sulle buone prassi registrate, sulle criticità emerse, anche alla luce dell’andamento dei fenomeni monitorati, delle indicazioni espresse dal Comitato ONU sulla CRC nei confronti del nostro Paese e del riconoscimento di questo diritto nella Convenzione stessa.

 

In particolare:

Il diritto all’istruzione per i minori stranieri.

 

Le presenze nelle scuole degli studenti con cittadinanza non italiana, ricavate dalle iscrizioni all’anno scolastico 2006/2007, confermano un incremento percentuale rispetto all’anno precedente del 18,1%.

Se nell’anno scolastico 2005/2006 gli studenti con cittadinanza non italiana erano 424.683, nell’anno scolastico 2006/2007 risultavano essere 501.445. L’incidenza sulla popolazione scolastica in quest’ultimo periodo di riferimento è dunque aumentata, passando dal 4,8% al 5,6%.

Tra i principali aspetti rilevanti per l’integrazione scolastica dei minori stranieri, va ricordato il dato relativo alla diversità dei Paesi di provenienza. Gli studenti con cittadinanza non europea erano il 51,6% nell’anno scolastico 2005/2006 ed il 50,5% nell’anno scolastico 2006/2007. Tale inversione di tendenza è dovuta all’ingresso nell’Unione Europea di nuovi Paesi, in particolare della Romania, da cui provengono 68.565 studenti.

La Romania rappresenta il secondo Paese di origine degli studenti con cittadinanza non italiana (con il 13,7%), dopo l’Albania (con il 15,6%) e prima del Marocco (13,6%) e della Cina, (4,9%).

L’andamento è decrescente per le provenienze dagli Stati africani, dall’America, dall’Asia e dall’Oceania.

 

Con riferimento all’ordine e al grado di istruzione, si evidenzia che l’incidenza degli studenti stranieri, complessivamente pari al 5,6%, si distribuisce in maniera disomogenea passando dal 6,8% nella scuola primaria al 6,5% nella scuola secondaria di I grado fino al 3,8% nella scuola secondaria di II grado.

 

Due questioni continuano a presentare criticità rilevanti: gli esiti scolastici e la concentrazione in alcune città e in alcune scuole di studenti e studentesse di origine straniera.

Con riferimento alla concentrazione degli studenti in alcune città e in alcune tipologie di istituto, il maggior numero di studenti stranieri si concentra nella Regione Lombardia: il 24,2% del totale degli studenti con cittadinanza non italiana. Dall’analisi della distribuzione territoriale emerge che l’incidenza degli studenti con cittadinanza non italiana sul totale degli studenti iscritti è pari al 10,7% in Emilia Romagna, al 10,1% in Umbria, al 9,2% in Lombardia e al 6% in Veneto, Marche, Piemonte, Toscana e Lazio.

L’analisi della distribuzione per tipologia di scuola secondaria di II grado evidenzia, inoltre, la concentrazione degli studenti con cittadinanza non italiana negli istituti professionali (7,5%), negli istituti tecnici (4,1%), negli istituti d’arte e licei artistici (2,9%) e infine nei licei classici, scientifici, linguistici e magistrali (1,7%).

 

Per quanto concerne le politiche relative alla presenza nelle scuole di studenti con cittadinanza non italiana si segnala che nell’ambito delle iniziative di preparazione al 2008, Anno europeo del dialogo interculturale, l’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli studenti stranieri e l’educazione interculturale ha pubblicato «La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri».

In tale documento si ribadisce l’esigenza della promozione del dialogo e del confronto che comporta nella pratica scolastica quotidiana sia l’adozione di strategie di integrazione degli studenti provenienti da altri Paesi e, quando ciò sia necessario, misure di carattere speciale dirette all’esito positivo del percorso. Le questioni connesse, tuttavia, non si presentano certo in fase di soluzione e continuano ad occupare il dibattito istituzionale italiano.

 

Una ricerca del Censis, pubblicata nel febbraio 2008, “Immigrati a scuola nel 2007”, riporta che il 75,9% degli insegnanti intervistati ha dichiarato di avere una scarsa preparazione rispetto a culture diverse. Il principale problema segnalato dai docenti relativo all’inserimento scolastico di alunni stranieri è la carenza del supporto dei mediatori (83,5%).

 

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