Garante regionale dei diritti della persona
del Veneto
Attività di promozione, protezione e pubblica tutela dei minori di età
Le buone pratiche nella progettazione regionale per l’infanzia e l’adolescenza: una pubblicazione dedicata, a cura del Centro nazionale di Firenze

immagine di copertina del Quaderno 45 del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza di FirenzeE’ in linea nel sito del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze, il Quaderno n. 45 focalizzato sulle buone prassi messe in atto da Regioni, Province autonome, Città riservatarie, nella progettazione degli interventi dedicati all’infanzia e all’adolescenza.

 

Questa pubblicazione - il cui titolo è “ESPERIENZE E BUONE PRATICHE OLTRE LA LEGGE 285/1997. Dalla ricognizione alla segnalazione” - nasce in adempimento ai compiti fissati nella legge 285/1997 (art. 8): documentare, con cadenza triennale, i progetti intrapresi in tema di politiche sociali per i minori di età; favorire la diffusione delle conoscenze e della qualità degli interventi intrapresi.

 

Cinque le aree tematiche approfondite: servizi innovativi per la prima infanzia; bambini e adolescenti che vivono fuori della famiglia; diritto al gioco; socializzazione e partecipazione; intergenerazionalità; lavoro minorile.

Lo scenario documentato con riferimento a questo secondo triennio della programmazione sociale (2000 - 2002) tiene conto della modifica del Titolo V della Costituzione che ha allargato le competenze delle Regioni in materia di politiche sociali nonchè della legge 328/2000 che ha introdotto un nuovo sistema integrato nei servizi ed interventi sociali.

In premessa alla pubblicazione, viene precisato che “Le esperienze segnalate sono state riconosciute come buone pratiche alla luce dei criteri concordati con le Regioni e allineati a quanto in letteratura si va affermando al proposito, seppur con alcuni distinguo”. Il concetto di buona pratica assunto a parametro di valutazione dei progetti è stato inteso in un senso “a metà tra segnalazione di casi di successo, esperienze meritorie di attenzione e progetti in cui è possibile rintracciare caratteri di replicabilità e modellizzazione”.
Fattori di riferimento, nella delineazione del concetto di "buona pratica" sono stati: innovazione e novità, efficacia e adeguatezza dell’impianto progettuale, partecipazione e rete, sostenibilità, trasferibilità e riproducibilità dell’esperienza, rilevanza politica intesa come presenza di insegnamenti e spunti di riflessione utili ad anticipare alcuni trend di cambiamento per la policy di settore.

Il Quaderno 45 “ESPERIENZE E BUONE PRATICHE OLTRE LA LEGGE 285/1997. Dalla ricognizione alla segnalazione” in versione integrale, file formato pdf, è disponibile in linea nel sito del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza.

Riferimenti:
Centro nazionale di documentazione e analisi
per l’infanzia e l’adolescenza
web: http://www.minori.it/
e-mail: cnda@minori.it




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