Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime la rendicontazione del Garante regionale per i diritti della persona sull’attività svolta dal 2017 al 2020 dall’ufficio retto da Mirella Gallinaro. Un passaggio formale previsto dalla legge istitutiva ma che ha offerto al Consiglio l’opportunità di ringraziare pubblicamente la dottoressa Gallinaro, già responsabile dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale, primo Garante unico della Regione Veneto, in carica dal 2015 per due mandati consecutivi, e che ora passa il testimone a Mario Caramel, eletto ieri dall’assemblea veneta per il prossimo mandato. Figura unica di garanzia istituita con lo Statuto regionale nel 2012, il Garante per i diritti della persona accorpa le funzioni del Difensore civico e del Pubblico tutore dei minori (il Veneto fu la prima regione d’Italia nel 1988 a creare il tutore per l’infanzia) con quelle del Garante per i detenuti e le persone private di libertà personale. “Il garante regionale svolge un ruolo difficile, delicato, faticoso e di grande equilibrio - ha affermato Laura Cestari, consigliera del gruppo Liga veneta per Salvini premier, introducendo in aula il report di mandato del Garante – La dottoressa Gallinaro ha avuto il merito di strutturare e dare avvio organizzativo alla complessa attività dell’ufficio regionale di garanzia, affiancando competenza tecnico-legislativa, capacità di dialogo e di mediazione con le istituzioni e i servizi e di seguire con particolare sensibilità e dedizione le complesse problematiche dell’infanzia e della situazione carceraria”.
L’attività del Garante regionale dei diritti si concentra in particolare in tre ambiti: la tutela dei cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione, la garanzia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la tutela dei detenuti e delle persone sottoposte a misure cautelari. Nell’ambito della difesa civica l’intervento del Garante ha consentito che ogni anno in media 400 istanze di accesso agli atti e ai provvedimenti della pubblica amministrazione dal 2017 al 2020 abbiano trovato risposta siano andate a buon fine. E attraverso la designazione dei presidenti delle commissioni miste conciliative nelle Ulss, ha attivato uno strumento di dialogo tra cittadino e istituzioni sanitarie e di prevenzione dei contenziosi legali. Nell’ambito della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’Ufficio del Garante regionale ha formato centinaia di volontari disponibili ad assumere la funzione di ‘tutore dei minori’ (sono quasi 1300 i volontari formati ad oggi e iscritti nella banca dati regionale), in particolare nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, che costituiscono l’85 per cento dei minori che necessitano di rappresentanza legale. Il Garante è intervenuta, inoltre, con interventi istituzionali di mediazione, facilitazione, ascolto e orientamento, nei casi di minori coinvolti in situazioni di fragilità della famiglia, disomogeneità e carenza di personale dell’organizzazione nei servizi, conflitti genitoriali, separazioni, difficoltà di trovare strutture accoglienti nei casi di disabilità e di particolari patologie, contenziosi tra Comuni e strutture di accoglienza sul pagamento delle rette, con l’obiettivo costante di proteggere gli interessi prioritari del minore coinvolto. Significativa la recente presa di posizione del Garante regionale in merito alla carenza di strutture e servizi adeguati per bambini e adolescenti con problematiche psichiatriche e la cronica assenza di posti letto in reparti specifici dedicati alle crisi acute e l’intervento coordinato con la rete dei Garanti regionali e del Garante nazionale a tutela del diritto di bambini e ragazzi ad una scuola in presenza. Quanto alla realtà carceraria del Veneto, oltre a farsi carico delle istanze personali presentate dai detenuti e a segnalare i problemi di sovraffollamento (in media 118-120 per cento in più rispetto alla capienza regolamentare di 1908 posti nei nove istituti penitenziari della regione) e inadeguatezza strutturale, il Garante regionale è intervenuta con visite di monitoraggio a sorpresa nelle diverse realtà carcerarie e ha difeso i diritti all’affettività, ai colloqui, al lavoro, alla salute delle persone ristrette anche nel periodo dell’emergenza Covid, in collaborazione con i Garanti comunali e con l’Osservatorio permanente interistituzionale sulla salute in carcere istituito in Veneto.
*****Consiglio Regionale del Veneto - Comunicato stampa 21/07/2021 (link al testo del Cs nel sito web del CRV)