Nel corso dell'anno 2015, sono state 472 le richieste rivolte al Garante di indicazione di nominativi di persone disponibili ad essere nominate tutore, di cui 63 provenienti dal Tribunale per i minorenni e 409 dai Giudici tutelari dei Tribunali ordinari; 36 le consulenze alle tutele in atto nel corso dell'anno. Ammontano a 318 le medesime richieste trattate nel corso del 2016, di cui 48 provenienti dal Tribunale per i minorenni e 270 dai Giudici tutelari dei Tribunali ordinari, mentre 31 sono state le richieste di consulenza alle tutele in atto fornite dall'Ufficio. Le questioni affrontate in occasione delle consulenze, complessivamente, hanno interessato le relazioni tra i vari soggetti della rappresentanza (curatore, tutore, protutore, difensore del minore), ovvero quelle tra il tutore e i vari soggetti della rete; l'interpretazione di documenti, anche giurisdizionali ovvero e/o la compilazione di documenti amministrativi di interesse, in particolare, per i minori stranieri non accompagnati.
Se poi si guarda ai dati di sintesi riferiti all’attività di ascolto istituzionale volta alla consulenza, mediazione, orientamento rispetto a casi o situazioni in cui soggetti istituzionali (amministrazioni pubbliche, servizi sociali o sociosanitari, istituti scolastici, centri per la formazione professionale), privati cittadini, famiglie affidatarie, comunità per minori, sono in difficoltà nell’interpretare in modo corretto o nello svolgere le funzioni di protezione, di educazione, di formazione o di rappresentanza nei confronti di bambini e adolescenti, sono stati 302 i fascicoli aperti nel 2015 ed hanno interessato 325 minori; 243 quelli aperti nel 2016 ed hanno interessato 264 minori. Le questioni giuridico-legali di particolare rilievo trattate nell'attività di ascolto istituzionale hanno interessato la riforma normativa sulla filiazione (L. 219/2012), il diritto alla salute dei minori, il ricovero ospedaliero per i minori affetti da disturbi psichici, l'assistenza ospedaliera del minore in comunità di accoglienza, il c.d. "prosieguo amministrativo", l'affido del minore al servizio sociale, la legge sulla continuità affettiva (l. 173/2015), la ripartizione delle competenze tra Tribunale per i minorenni e Tribunale ordinario.
Questi sono solamente i dati principali che - con riferimento in particolare alle funzioni di promozione, protezione e pubblica tutela dei minori di età - emergono dalla Relazione sull'attività che la Garante dei diritti della persona del Veneto, Mirella Gallinaro, ha presentato nei mesi scorsi al Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 10 della propria legge istitutiva (l.r. 37/2013).
Si tratta di una relazione riferita agli anni 2015 e 2016, in ragione del fatto che l'esercizio da parte del Garante delle funzioni sopra ricordate, insieme alle altre di cui l'Istituzione è investita - ha inizio a partire dal 15 giugno 2015, con contestuale cessazione della precedente figura di garanzia fino ad allora operante in tale ambito (i.e., il Pubblico Tutore dei minori).
E, quanto alle modalità per una migliore garanzia ed effettività dei diritti dei minori di età, così si esprime la Garante in premessa alla Relazione "... continuo a ritenere un’intuizione fondamentale che deve essere custodita e implementata, quella per cui la migliore tutela dei minori si realizza attraverso la formazione ed il dialogo di coloro che dei minori si occupano e creando reti di servizio, sinergie, soprattutto una cultura attenta a tutto questo e valorizzando questa particolare esperienza del Veneto, che viene riconosciuta importante anche a livello nazionale".
La Relazione sull'attività per gli anni 2015 e 2016, con riferimento a quest'area di attività, è disponibile in questa sito web, nella sezione Relazioni annuali. In calce, il link diretto alla Relazione.
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