Un Protocollo d'intesa finalizzato a promuovere e facilitare la nomina di tutori volontari per minori stranieri non accompagnati è stato sottoscritto nei giorni scorsi tra la Garante dei diritti della persona del Veneto, dott.ssa Mirella Gallinaro, e la Presidente del Tribunale per i minorenni di Venezia, dott.ssa Maria Teresa Rossi.
Attraverso tale Protocollo le parti, oltre ad adempiere ad un obbligo previsto nella legge 7 aprile 2017 n. 47 contenente le "Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati", mirano a garantire una tutela effettiva del minore straniero non accompagnato, definendo i compiti e le attività di ciascuna parte riferite all’individuazione e alla formazione di cittadini volontari disponibili ad assumere il ruolo di tutore per tali minori di età e all’iscrizione delle persone così formate nell’apposito elenco che verrà istituito presso il Tribunale per i minorenni.
Nel Protocollo le parti hanno ritenuto di favorire la nomina e la selezione dei tutori con le procedure già collaudate in anni di lavoro da parte dell'Ufficio del Garante regionale.
Sarà quindi compito del Garante - con la collaborazione Referenti territoriali appartenenti ai Servizi sociali e socio-sanitari del Veneto – individuare cittadini disponibili ad esercitare la funzione di tutore volontario di minori stranieri non accompagnati, organizzarne la formazione in vista dell’assunzione dell’incarico e quindi trasmettere al Tribunale per i minorenni l’elenco delle persone formate e ritenute idonee ad assumere tale tutela; assicurare l’aggiornamento, la consulenza e il supporto ai tutori durante l’esercizio dell’incarico. Al Tribunale per i minorenni, il compito di individuare le modalità più efficaci per mettere a disposizione dei Giudici tutelari l'elenco delle persone formate e idonee ad assumere l’incarico di tutore di minori stranieri non accompagnati. Strumentale a tal fine sarà la sottoscrizione di specifici protocolli che valorizzino la collaborazione e le consolidate buone prassi già da tempo in atto tra le Autorità giudiziarie del territorio e l’ufficio del Garante regionale dei diritti della persona.
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